Narni Sotterranea, tra storia e mistero

La bella Narni, che si ammira passeggiando per le sue stradine e vicoli dalle atmosfere medievali, cela, sotto il suo patrimonio architettonico e artistico di superficie, un altro inestimabile tesoro.

“Riportato alla luce” dopo che nel 1979 un gruppo di giovani di Narni lo scoprì fortuitamente, questo tesoro costituisce una straordinaria documentazione storica. Narni Sotterranea è un percorso attraverso corridoi e passaggi ipogei, ma con diverse aperture verso l’esterno, seguendo il quale, accompagnati da guide esperte, si possono scoprire reperti e testimonianze di diversi periodi storici.

La visita, che parte dal complesso conventuale di San Domenico, si rivela sorprendente sin dall’inizio. La chiesetta scavata nella roccia che si incontra per prima è un prezioso “pezzo d’arte” per le sue pareti affrescate con dipinti, ora restaurati, del XIII-XV secolo tra cui quello con “San Michele Arcangelo che trafigge il drago”.

Inoltre, il pavimento vetrato di questo ambiente consente allo sguardo di arrivare alle antiche fondazioni riemerse con gli scavi. Un varco nella muratura conduce in un locale in cui in età romana dalla roccia si ricavò una cisterna per la raccolta delle acque piovane. 

Attraversando un lungo corridoio ci si ritrova avvolti in un’atmosfera carica di suspence dentro quello che fu il Tribunale della Santa Inquisizione; in questo locale si svolgevano gli interrogatori di coloro che erano accusati del delitto di eresia. La sala è chiamata anche Stanza dei Tormenti per le pene che qui venivano inflitte con gli strumenti di tortura di cui sono esposte copie. Potrebbe sembrare un perfetto set cinematografico, ma in realtà è uno stralcio tangibile di storia, raccontato anche dalle testimonianze dei condannati. Queste sono rappresentate dai numerosi graffiti che hanno lasciato nelle pareti della piccola cella in cui erano rinchiusi. Sono messaggi espressi in codici per non essere capiti dagli inquisitori e che, ormai quasi completamente decifrati, testimoniano della drammatica esperienza subita.

Il percorso continua nei sotterranei della Chiesa di Santa Maria Impensole, dove oltre a due cisterne di epoca romana, si possono vedere le strutture dell’originaria chiesa dell’VIII secolo, sopra la quale fu costruito l’edificio romanico.  L’ultima tappa dell’itinerario è la grande cisterna altomedievale, chiamata Lacus, situata sotto Piazza Garibaldi.