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Il borgo di Macerino

Il borgo di Macerino

Macerino è un piccolo borgo nelle vicinanze di Acquasparta, raccolto sulla sommità di un colle di quasi 700 metri cinto da folti boschi che ne rivestono anche le pendici.  Inserito in una cornice ambientale e naturale  di non comune suggestione, quella dei Monti Martani, Macerino è custode di un importante passato.  Ebbe considerevole rilevanza politica nel Medioevo, soprattutto nel corso del XIV secolo, poiché fu uno dei cinque Castellati,(centri che avevano giurisdizione su altri Castelli limitrofi di minore importanza) del feudo delle Terre Arnolfe, un vasto territorio che si estendeva dall’area intorno a quella che era stata la città romana di Carsulae fino alla Valle del Serra. Il documento del 1093, che attesta il passaggio del dominio delle Terre Arnolfe alla Chiesa, contiene il primo riferimento a Macerino, che nei secoli successivi, come gli centri di questo territorio, rimase sotto il controllo dei Rettori del Patrimonio di San Pietro.

Del Castello medievale sono ancora ben conservate le mura munite di quatto torrioni angolari che racchiudono il compatto abitato con le case in pietra, il cui assetto è pressoché quello originario. All’interno delle mura castellane, sulle quali si notano le pietre bucate in cui venivano legati gli animali, si incontrano la chiesa di San Biagio e Palazzo Massarucci, già Palazzo della Comunità, del XVI secolo, che prospetta su una piazzetta con al centro un caratteristico pozzo. La chiesa di San Biagio risale all’XI secolo e presenta affreschi del ‘500.   Atri interessanti affreschi si trovano nella chiesa di San Giovenale, presso il cimitero del borgo, alcuni dei quali sono del XVII secolo mentre quello che ritrae “San Francesco in estasi” è ascrivibile a un pittore del ‘200 di scuola umbra. Situata appena fuori della cinta muraria, la chiesa della “Madonna del Fiore” (XVII secolo), dalla facciata a capanna, conserva frammenti di dipinti sulla parete di fondo, al centro della quale si vedono la “Madonna col Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Carlo Borromeo” e ai lati due tondi con le immagini di una Madonna in quello sulla destra e di San Francesco d’Assisi nell’altro.