Itinerari
Il Ponte del Toro

Poco prima di arrivare al Belvedere Inferiore della Cascata delle Marmore, lungo la strada Valnerina, un cartello segnala il PONTE del TORO. Il nome incuriosisce, esortando ad andare a scoprirlo. Il ponte del Toro non è un ponte qualsiasi, se non altro per la sua longevità, essendo stato costruito in un periodo tra il I secoloa.C. ed il I secolo d.C.
Quasi “immerso” tra la vegetazione di una porzione di bosco intorno al borgo di Papigno, il ponte (il cui nome ricalca quello della località in cui si trova, vocaboloToro) non sovrasta il fiume Nera, che scorre alla sua sinistra. Il manufatto non apparteneva ad un asse viario(come ad esempio il Ponte di Augusto sulla Via Flaminia) ma era parte di un sistema di drenaggio delle acque dal pianoro di Marmore messo a punto in età romana, qualche secolo dopo i lavori di ingegneria idraulica promossi dal console Curio Dentato e comunque connessa all’opera della Cascata. Infatti sotto l’arcata passava un canale scolmatore emissario del Velino.
Il ponte, costituito da blocchi calcarei senza opera cementizia, fu riportato alla luce nel 1819, dopo che venne ripulito dalle sedimentazioni calcaree del fiume Velino. Un recente restauro ha ridato nuova vita a questa testimonianza di un passato che ancora vive nel presente. Oltre che per la presenza di questo “reperto”, il luogo al limitare di boschi secolari, affascina per la bellezza della natura circostante, tanto che fu una delle mete preferite dei pittori Plenaristi. Oggi è diventato un tassello del “MUSEO DIFFUSO dei PLENARISTI”, itinerario che congiunge i luoghi in cui pittori europei tra la fine del ‘700 e il secolo successivo, dipinsero dal vivo (en plein air) le bellezze del territorio di Terni.
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