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La chiesa di San Damiano a Carsulae

La chiesa di San Damiano a Carsulae

 

 La cittadina romana di Carsulae venne abbandonata definitivamente dalla popolazione residente intorno alla fine del IV secolo e non fu in seguito occupata da nuovi insediamenti abitativi. La successiva frequentazione del sito è legata alla diffusione del Cristianesimo, come testimonia la presenza della chiesa di San Damiano sorta probabilmente nel VI secolo dalla trasformazione di un edificio di epoca romana. Della costruzione preesistente, ascrivibile al II secolo d.C., si riutilizzò parte delle strutture murarie, di cui sul lato destro è ben evidente la tecnica costruttiva in opus vittatum con fasce e archi in laterizio.  La chiesa, il cui ingresso fronteggia un tratto della originale Via Flaminia, presenta molto materiale di spoglio recuperato in loco e reimpiegato nel pronao, per la realizzazione del portico -formato da colonne e architrave romani-,negli stipiti della porta e anche all’interno.  L’aspetto attuale di questo luogo di culto è il risultato della ristrutturazione del XI secolo con la quale si ampliò l’edificio e si aggiunse l’abside semicircolare.  I Santi medici Cosma e Damiano cui venne dedicata la primitiva chiesa cristiana sono effigiati con tratti molto essenziali, insieme a simboli cristiani tra cui una croce greca, nel bassorilievo della lunetta collocata sopra il portale. In questa intitolazione sembra che ci sia un richiamo alle due divinità salvatrici Castore e Polluce( o Dioscuri) alle quali erano verosimilmente dedicati i templi gemini che sorgono nell’area del Foro.  L’interno è diviso in due navate da colonne di recupero e presenta frammenti di affreschi con figure di Santi, alcuni dei quali non identificabili mentre invece in quello che decora il catino absidale si distinguono i Santi titolari.  Altri elementi di epoca romana sono il rocco di colonna riutilizzato come acquasantiera e i blocchi di travertino che formano il sedile posto lungo la parete d’ingresso e sull’angolo della parete di fondo. Le lastre marmoree addossate alle pareti delle navate appartenevano agli edifici pubblici e alla basilica del Foro.