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Poggio di Otricoli

Poggio di Otricoli

Il toponimo di questo piccolo borgo ne indica la collocazione su di un’altura. Infatti sorge a 387 m , lungo il  fianco occidentale del monte San Pancrazio(1027m ),posizione che offre un’ampia veduta della sottostante valle del Tevere e da cui con lo sguardo si sconfina nell’alta Sabina. Prima di essere integrato nel comune di Otricoli, di cui oggi è parte, Poggio fu per secoli sottomesso a Narni, che lo acquistò nel 1276, subendone ripetuti soprusi da cui tentò spesso di difendersi potendo contare anche sul sostegno dell’autorità ecclesiastica, che mal sopportava l’ostilità dei Narnesi per le politiche papali. E sebbene con breve papale nel 1518 venne affrancato dal vassallaggio di Narni, Poggio dipese da questa città fino agli inizio del XIX secolo. Nel corso della sua storia, inoltre, fu spesso coinvolto in dispute e contese con le vicine Otricoli e Calvi dell’Umbria per la definizione dei rispettivi confini territoriali, che si risolsero con un accordo sancito tra i contendenti nella seconda metà del XV secolo. Ogni anno nell’ambito dei festeggiamenti di San Pancrazio a Calvi dell’Umbria, viene simbolicamente rinnovato l’atto con cui si stabilirono per ciascun Castello i limiti del proprio territorio. Poggio mantiene ancora l’aspetto di borgo medievale, con l’originaria cinta muraria frammezzata da torri, la più grandi delle quali sovrasta l’abitato dominando l’intera vallata. Quasi tutte le altre torri avevano una funzione di difesa, infatti sono dotate di feritoie dalle quali si rispondeva con archi e balestre in caso di attacchi.  Dalla torre sita più in alto, una strada digrada verso la piazza che fronteggia la chiesa dedicata al San Nicola, Patrono del paese. Questo edificio sacro, sul cui tetto poggia un piccolo campanile a vela, fu costruito tra il XV e il XVI rimaneggiando una precedente chiesa romanica della quale è ancora evidente la struttura dell’abside. La figura del Santo titolare è rappresentata nel bassorilievo posto sopra il portale d’ingresso, il cui arco di coronamento reca il monogramma cristologico di San Bernardino. Tra i dipinti conservati all’interno si ammirano l’affresco “Santa Caterina d’Alessandria coronata da Angeli”, la tela d’altare “Madonna col Bambino e Santi” del pittore Calisto Calisti e l’affresco della seconda cappella a destra “Madonna in gloria col Bambino e Angeli” attribuita all’artista locale Pancrazio Iacovetti da Calvi dell’Umbria, padre del pittore Rinaldo.