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Santa Maria dell'Oro

Santa Maria dell'Oro

Il complesso conventuale di Santa Maria dell’Oro sorge sul colle, alla periferia di Terni, denominato “dell’Oro”, nome quest’ultimo che ha sostituito per deformazione lessicale l’originario “dell’alloro”, pianta molto diffusa in questo luogo.

Fu per volontà di San Bernardino da Siena che il convento per una piccola comunità di frati Osservanti venne edificato in quest’area. I lavori per la sua realizzazione iniziarono alla fine del 1441 e si conclusero nel 1458; da quel momento il cenobio si poteva raggiungere attraverso diversi percorsi aperti dagli stessi frati.

Qualche anno dopo a causa della franosità del terreno, si decise di costruire un nuovo convento, dalla parte opposta della città- in Santa Maria delle Grazie.  Il complesso di Colle dell’Oro venne consolidato con opere di sostruzione e poi trasformato a partire dalla seconda metà del XVI secolo. Inizialmente fu ampliato il convento mentre nella seconda metà del ‘600 i lavori di ampliamento interessarono la chiesa, alla quale si aggiunse un avancorpo; inoltre se ne abbellì l’interno con un soffitto ligneo decorato.  L’aspetto attuale dell’edificio è anche il risultato della ristrutturazione resasi necessaria in seguito ai danni subiti per il sisma di inizio ’700.  Nonostante i diversi rimaneggiamenti- a quello settecentesco ne seguì un altro importante  negli anni ’20 scorso secolo- la chiesa mantiene alcuni elementi della costruzione originaria,edificata secondo il modello delle chiese francescane Osservanti.   All’indomani dell’Unità d’Italia, in seguito all’emanazione di un decreto che soppresse congregazioni e conventi, i frati lasciarono il complesso conventuale.  Le opere d’arte che vi erano collocate vennero acquisite dal Comune di Terni.  L’opera di maggior valore artistico proveniente dalla chiesa di Santa Maria dell’Oro è “le Nozze Mistiche di Santa Caterina” (1466) di Benozzo Gozzoli, ora in esposizione permanente al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Aurelio De Felice” presso il CAOS di Terni.

Attualmente la chiesa- elevata a parrocchia nel 1910 e a Santuario diocesano nel 2005- custodisce una macchina d’altare del 1680, dipinti dei secoli XVII e XVIII oltre a un Crocifisso ligneo del ‘400. Sull’altare maggiore si è posta anche una copia della citata opera del Gozzoli.